È approdata in un’aula del Tribunale e si
è risolta con un non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” la
vicenda dei concorsi dirigenziali al comune di Vittoria.
Il giudice
dell’udienza preliminare, Giovanni Giampiccolo, al termine della
discussione ha deciso per il non luogo a procedere. Il procedimento penale a
carico della Giunta municipale e del segretario generale era scaturito a
seguito di una denuncia dell’allora consigliere comunale Riccardo Terranova.
“All’udienza
preliminare senza che fosse stato chiesto
il rito abbreviato, proprio perché non avevamo nulla da temere e perché
nutriamo grande fiducia nella giustizia, il procedimento si è risolto come ci
aspettavamo. Ritengo che oggi sia stato apposto l’ennesimo timbro di legalità sull’azione
dell’amministrazione comunale. Per l’ennesima volta la magistratura ha
riconosciuto che abbiamo agito in maniera cristallina e nell’assoluto rispetto
della legge, e indirettamente ha riconosciuto che il livore di una certa
opposizione politica produce solo calunnie nei confronti della gente onesta.
Ringrazio i legali che ci hanno assistito – per il sottoscritto, l’avvocato
Maurizio Catalano, per gli assessori e il funzionario, gli avvocati Anna
Iachella, Enrico Platania ed Enrico Schembri – e, nella qualità di sindaco più
calunniato d’Italia, do appuntamento alla prossima attestazione di correttezza
da parte della magistratura. A Vittoria si sta verificando da tempo una
stranezza: il controllo sugli atti amministrativi, una volta di competenza dei
Coreco, poi aboliti, è passato direttamente alla magistratura, alla quale certa
opposizione si rivolge sulla spinta della malevolenza nei nostri confronti. La
stragrande maggioranza degli atti della mia amministrazione è sottoposta al
vaglio della magistratura. Abbiamo un marchio di qualità positivo, e non posso
che esserne soddisfatto. Voglio solo precisare che diamo la notizia dell’esito
del procedimento penale solo perché nei giorni scorsi era stata divulgata la
notizia che saremmo comparsi davanti al giudice; senza quella notizia, oggi non
avrei sentito l’esigenza di rendere noto un pronunciamento del giudice che
tutti ci attendevamo.