Ironia della
sorte, proprio nell’anno della scomparsa del dirigente Titta Cosimo e dei
festeggiamenti per i quarantacinque anni di storia del sodalizio biancorosso,
sembra assurdo che Vittoria non si riaffezioni alla squadra della città. Una città che abbia personalità non può privarsi della squadra di calcio. Pur ammettendo
che l'attuale dirigenza si è sobbarcata sforzi economici, come è sempre
accaduto in passato, e senza entrare nel merito dei bilanci, che comunque per
regolamento vanno rendicontati al momento dell’incasso del contributo, capiamo
bene che i tremilacinquecento euro che ieri hanno impedito la disputa della
partita non sarebbero bastati a saldare il debito con la Lega Sicula e a
risolvere il problema, che riguarda più complessivamente la gestione della
squadra, le trasferte, i rimborsi spese ai calciatori, il contratto con lo
staff tecnico, i costi per vitto e alloggio, le spese sanitarie e quant'altro.
Apprendiamo dalle cronache che la squadra è stata smantellata per motivi
economici e che molti giocatori di valore sono emigrati in altre società.
Resterebbe il problema di rimettere in campo una squadra dignitosa per ultimare
il campionato e di affrontare le spese di gestione. Non può farsene carico il
Comune, che può al limite fare appello, come ha già fatto, agli imprenditori
locali affinché facciano uno sforzo e consentano il salvataggio della squadra e
l’inizio di un futuro più roseo. Voglio ricordare che il comune di Vittoria
rimane fra i pochi, se non l’unico, in Sicilia ad aver dato alla società la
gestione gratuita dello stadio, che peraltro è di alto livello e che allo stato
della consegna era uno dei migliori quanto a struttura e a manto erboso; e non
si è limitato a questo, ma ha anche elargito un congruo contributo, tale da
consentire non solo l’iscrizione al campionato, ma il soddisfacimento di altre spese
gestionali.