lunedì 9 dicembre 2013

Sulla crisi del Vittoria Calcio

Ironia della sorte, proprio nell’anno della scomparsa del dirigente Titta Cosimo e dei festeggiamenti per i quarantacinque anni di storia del sodalizio biancorosso, sembra assurdo che Vittoria non si riaffezioni alla squadra della città. Una città che abbia personalità non può privarsi della squadra di calcio. Pur ammettendo che l'attuale dirigenza si è sobbarcata sforzi economici, come è sempre accaduto in passato, e senza entrare nel merito dei bilanci, che comunque per regolamento vanno rendicontati al momento dell’incasso del contributo, capiamo bene che i tremilacinquecento euro che ieri hanno impedito la disputa della partita non sarebbero bastati a saldare il debito con la Lega Sicula e a risolvere il problema, che riguarda più complessivamente la gestione della squadra, le trasferte, i rimborsi spese ai calciatori, il contratto con lo staff tecnico, i costi per vitto e alloggio, le spese sanitarie e quant'altro. Apprendiamo dalle cronache che la squadra è stata smantellata per motivi economici e che molti giocatori di valore sono emigrati in altre società. Resterebbe il problema di rimettere in campo una squadra dignitosa per ultimare il campionato e di affrontare le spese di gestione. Non può farsene carico il Comune, che può al limite fare appello, come ha già fatto, agli imprenditori locali affinché facciano uno sforzo e consentano il salvataggio della squadra e l’inizio di un futuro più roseo. Voglio ricordare che il comune di Vittoria rimane fra i pochi, se non l’unico, in Sicilia ad aver dato alla società la gestione gratuita dello stadio, che peraltro è di alto livello e che allo stato della consegna era uno dei migliori quanto a struttura e a manto erboso; e non si è limitato a questo, ma ha anche elargito un congruo contributo, tale da consentire non solo l’iscrizione al campionato, ma il soddisfacimento di altre spese gestionali.