Esprimo disagio per la
posizione assunta dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, sul Muos di
Niscemi. Leggo esterrefatto le semplicistiche
affermazioni del ministro, che riesce a contraddirsi in una sola frase,
sostenendo che si deve andare avanti rispettando la salute della popolazione.
Se, come ritengono i sostenitori del Muos, non esistono analisi e studi certi
sui danni provocati dai campi elettromagnetici e dalle radiofrequenze, come si
può dire che bisogna andare avanti rispettando la salute? A fronte di una
corposa relazione del Politecnico di Torino sulle ricadute nocive presunte e
probabili dell’impianto – mentre certi e acclarati sono i danni provocati dalle
quarantuno antenne già esistenti - e in
presenza di documenti che certificano il superamento della soglia stabilita delle
radiazioni, a che titolo un esponente del Governo nazionale può dire andiamo
avanti? E come può, un ministro che antepone l’incontro con il segretario di
Stato americano ai pronunciamenti del Parlamento italiano, rappresentare i
cittadini del suo Stato? Di Paola non ha dato risposte conducenti alla
commissione Difesa della Camera e a diverse interrogazioni parlamentari sul
Muos, e non ha neanche risposto all’invito alla moratoria pronunciato
all’unanimità dalla commissione del Senato che si occupa di uranio impoverito.
Con un semplice colloquio con il rappresentante del Governo statunitense, il
ministro ha superato tutte le precedenti espressioni parlamentari, due mozioni
del Parlamento siciliano e persino il principio di precauzione previsto dalla
Commissione europea. Provo disagio nel vedere i cittadini rappresentati da Di
Paola, e provo invece orgoglio per la posizione assunta sul Muos dal presidente
della Regione, Rosario Crocetta.